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giovedì 22 ottobre 2009

PROTOCOLLO GESTIONE DELLA STIPSI

SCOPO: Applicare un’unica metodologia di assistenza all’interno dell’equipe di lavoro, per uniformare i comportamenti, fornire un piano di lavoro per i nuovi operatori ed applicare una stessa procedura in presenza di persone con stipsi.

Definizione

La stitichezza o stipsi è un malfunzionamento dell'intestino originato da diversi fattori, alcuni ancora sconosciuti, caratterizzato da difficoltà ad evacuare le feci, defecazione insufficiente, defecazione infrequente o irregolare, o sensazione di incompleto svuotamento rettale.
In realtà esistono due forme di stipsi: la stipsi da propulsione, comunemente definita stitichezza, legata effettivamente al rallentato transito, ed una stipsi da espulsione, tecnicamente definita da "out-flow".

Gestione della stipsi

Innanzitutto si deve considerare che la stipsi è una condizione indotta da vari fattori, terapie farmacologiche, allettamento prolungato, dieta povera di fibre e di acqua ecc…
Le persone residenti nella struttura, che rispecchiano una condizione di stipsi cronica, vengono alimentati con dieta ricca di fibre, stimolati a bere, e, su prescrizione del medico curante, la loro terapia farmacologia viene integrata con l’utilizzo di un lassativo osmotico (Lattulosio (Duphalac) e/o Olio di Vaselina), con dosaggio variabile in base alla prescrizione del medico curante.
Alcuni ospiti assumono anche, quotidianamente o a giorni alterni, una bustina di Movicol (lassativo che aiuta ad avere un adeguato movimento intestinale anche se il problema di stitichezza si protrae da molto tempo) .
Le scariche di ogni ospite vengono segnalate sull’apposita “Tabella scariche”; alla fine di ogni turno, o quando possibile, ogni operatore segna su questo modulo chi si è scaricato e la quantità indicativa.
L’infermiere del turno pomeridiano controlla quotidianamente la “tabella scariche”; in linea generale, se un residente non si scarica soddisfacentemente da 3 giorni gli si fa assumere la purga. Il dosaggio del lassativo da somministrare ad ogni ospite è indicato sulla “Tabella Purghe”; la dose può essere aumentata, nel caso in cui risulti inefficace , o diminuita, se spesso si presentano scariche liquide abbondanti e addominalgie, a discrezione dell’infermiere.
I lassativi maggiormente utilizzati nella nostra struttura sono:
- Pursennid cp, lassativo stimolante (agisce stimolando le contrazioni muscolari dell’intestino ed aumentando il contenuto di acqua nelle feci, facilitandone in tal modo l’evacuazione);
- Guttalax gtt, lassativo di contatto (aumenta le contrazioni muscolari e accelera il transito del contenuto dell’intestino).
La purga viene data solitamente alle h.18.00 (con la terapia serale); mentre agli ospiti portatori di Peg e per altre eccezioni il lassativo viene somministrato alle h.8.00 del giorno dopo.
Per quanto riguarda gli ospiti collaboranti e orientati, spesso il lassativo viene somministrato su richiesta.
I residenti che hanno assunto il lassativo in giornata vengono segnati sulla “tabella scariche” con una “P”, inoltre questi vengono scritti anche su 3 fogli, che poi verranno messi sui carrelli del cambio, in modo che i suddetti ospiti vengano controllati più volte rispetto agli altri.
Solitamente quando l’ospite è in purga non viene eseguito il bagno del mattino; a discrezione del personale ASA, vengono decisi i bagni da eseguire escludendo gli ospiti in purga.
Se il lassativo viene assunto alle h.18.00 e il giorno dopo il residente non si è ancora scaricato o ha avuto una scarica insufficiente, nel pomeriggio l’infermiere eseguirà 2 perette evacuative, con o senza sonda rettale, a sua discrezione; anche per gli ospiti a cui è stato dato il lassativo alle h.8.00 le eventuali perette vengono eseguite il pomeriggio del giorno dopo, non il giorno stesso perché probabilmente il lassativo non ha ancora fatto effetto. Le perette eseguite vengono segnate sulla “tabella scariche” con la dicitura “PT”.
Nel caso in cui la persona, dopo l’esecuzione di ciò che è stato detto, non si sia ancora scaricata, dev’essere segnalata al Medico, il quale dopo la valutazione dell’ospite deciderà il da farsi.

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