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giovedì 22 ottobre 2009

INTRODUZIONE

L’INGRESSO in Casa di riposo rappresenta per ogni persona un evento delicato e importante: è un momento di crisi, di cambiamento, spesso connotato da disagio e sofferenza.
La persona si trova infatti a dover prendere coscienza del mutamento radicale nella sua vita quotidiana, sia sotto il profilo pratico e organizzativo sia sotto quello relazionale.
L’età anziana è un periodo della vita connotato da perdite: si perde la salute, l’efficienza del corpo e spesso anche della mente; si perdono gli affetti: il compagno di una vita, gli amici, magari i figli.
Entrare in una Casa di riposo significa lasciare anche la propria casa, il proprio ambiente di vita.
Significa nella maggior parte dei casi, dover condividere con una persona estranea gli spazi che sono sempre stati personali come la camera da letto e il bagno.
A questo si aggiunge poi il cambiamento radicale delle abitudini di vita e il disagio di doversi adeguare ad altri ritmi e ad altre abitudini, quelle imposte dall’organizzazione della struttura.
Possibili fonti di ansia per l’anziano concernono, inoltre, il timore per dover affrontare
una situazione nuova ed incerta, l’essere circondato da molte persone sconosciute, la paura di essere abbandonato dai propri familiari: non stupisce pertanto, alla luce di questi fattori, che l’ingresso di un anziano in Casa di Riposo rappresenti spesso un evento caratterizzato da disagio e difficoltà, a volte anche per i familiari, crucciati dai sensi di colpa per aver istituzionalizzato il loro congiunto.
Tutto questo deve rendere consapevoli gli operatori della Casa di riposo del ruolo critico dell’accoglienza per convincerli della necessità di presidiare adeguatamente questo momento e porre in atto meccanismi di sostegno finalizzati ad alleviare la tensione e stabilire da subito una relazione comunicativa efficace e soddisfacente.
Da una adeguato percorso di inserimento dipende infatti in larga parte la successiva integrazione positiva della persona all’interno della Struttura.
L’accoglienza è il momento della reciproca conoscenza tra il nuovo ospite e i suoi familiari con la struttura.
Il nostro impegno è duplice: da un lato si conosce la persona, i suoi legami con la famiglia, le aspettative dei parenti verso la Casa di riposo; dall’altro ci si presenta, non solo negli ambiti strutturali e organizzativi, ma anche come persone, con regole e valori che orientano la vita nella struttura.
Lo scopo di una buona accoglienza è quello di favorire la presa in carico complessiva della persona da parte della Casa di riposo e di garantire una risposta il più possibile personalizzata ai suoi bisogni, sia sotto il profilo sanitario che psicologico e relazionale.
L’accoglienza rappresenta la prima fase di un percorso che si concretizza nella definizione di un progetto assistenziale individualizzato il quale, prendendo le mosse dalla conoscenza della persona
sotto i diversi profili, conduce alla definizione e al perseguimento degli obiettivi assistenziali più adeguati.
Il progetto assistenziale che deve essere pensato per ognuno degli ospiti affidati alle cure dell’équipe, si compone di una serie di fasi, tra loro strettamente connesse, che dalla raccolta delle informazioni riguardanti l’ospite e il suo contesto, conducono alla messa in atto di interventi appropriati a perseguire gli obiettivi definiti per la specifica persona.
Quando la persona entra nella struttura è importante instaurare un rapporto di relazione efficace, illustrare la struttura e il suo funzionamento, rispondere ad eventuali domande, creare le condizioni perché si familiarizzi anche con altri ospiti.
L’obiettivo di questo primo contatto è quello di fronteggiare il disorientamento, l’ansia legata al nuovo e creare un clima disteso e cordiale che consenta alla persona e ai suoi familiari di entrare in contatto in modo positivo con il nuovo ambiente.
Un secondo step, verso la conoscenza dell’ospite della struttura, verterà sulla raccolta delle informazioni utili per avere un quadro sufficientemente chiaro e articolato della situazione della persona anziana, tanto sotto il profilo biologico e funzionale che sotto l’aspetto psicologico e sociale.
Nella persona anziana, infatti, la valutazione della condizione clinica in senso stretto deve accompagnarsi ad una valutazione più ampia finalizzata a considerare, accanto ai problemi clinici, cognitivi e psico-emozionali, il loro impatto sulle capacità funzionali. Sarà oggetto della valutazione iniziale anche la raccolta di informazioni relative al contesto familiare di riferimento.
Per affrontare la complessità dei problemi dell’anziano disponiamo di una serie di strumenti che ci aiutano a raccogliere molte informazioni in modo oggettivo e omogeneo: si tratta degli strumenti della valutazione multidimensionale, che prendono in esame vari aspetti delle funzioni che concorrono a determinare lo stato di salute della persona anziana.
Fra gli strumenti di valutazione più utilizzati e conosciuti ricordiamo l’indice di Barthel per valutare lo stato funzionale, il Mini Mental State Examination, per valutare la cognitività, la Scala di Tinetti
che valuta l’equilibrio e l’andatura, l’indice di Norton che consente di definire il rischio che un paziente ha di contrarre lesioni da decubito.
Gli strumenti della valutazione multidimensionale definiscono quantitativamente l’entità del deterioramento dei diversi ambiti considerati permettendo la schematizzazione dei dati clinici e il controllo delle modificazioni nel tempo.
Consentono d’altro canto, di quantificare l’entità delle funzioni residue e dunque di orientare nella direzione di promozione della abilità residue l’intervento assistenziale.
Nella fase dell’accoglienza l’adeguata raccolta delle informazioni attraverso il colloquio con il paziente e i suoi familiari e attraverso l’osservazione attenta rappresenta un intervento di grande importanza: tali informazioni verranno poi condivise fra gli operatori dell’equipe e rappresenteranno le fondamenta su cui costruire il Progetto Assistenziale.
L’accoglienza e il successivo inserimento di una persona in Casa di riposo è dunque un processo complesso che coinvolge diversi attori e, per tale motivo, è necessario che tale processo non sia lasciato al caso o alla buona volontà individuale, ma guidato secondo principi condivisi e procedure codificate al fine di garantire l’efficace integrazione della persona nel suo nuovo ambiente di vita.
In questa ottica è opportuno che gli operatori di ogni struttura costruiscano un protocollo operativo condiviso, definendo, compatibilmente alla situazione organizzativa e alle risorse disponibili, le modalità per facilitare l’inserimento di un nuovo ospite.
Gli operatori dovrebbero essere sempre più consapevoli dell’importanza delle competenze “relazionali” nello svolgimento del proprio lavoro: la comunicazione interpersonale è lo strumento che gli operatori utilizzano costantemente nell’erogazione delle cure.
A tal proposito è importante sottolineare che è impossibile non comunicare in quanto ogni comportamento ha valore di messaggio e che ciò che viene percepito di un discorso verbale è influenzato in modo significativo dal comportamento non verbale, ossia da pensieri, sentimenti e emozioni veicolati attraverso i gesti, le espressioni facciali, la postura e il contatto fisico.
Proprio per questo motivo, risulta essere fondamentale, nella direzione dell’obiettivo di garantire una buona accoglienza della persona anziana in Casa di riposo, l’attivazione di percorsi formativi rivolti agli operatori orientati alla conoscenza e al controllo dei meccanismi della relazione interpersonale, orientati cioè al saper essere.


PROTOCOLLO OPERATIVO PER L’INGRESSO E L’ACCOGLIENZA DI UN NUOVO OSPITE

SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE : questa procedura ha lo scopo di:
- accogliere il nuovo residente in un clima sereno e tranquillo;
- acquisire il maggior numero di informazioni possibili per pianificare il piano di assistenza individuale (PAI);
- raccogliere dati sanitari indispensabili;
- conoscere le abitudini della persona per modulare l’intervento assistenziale in base ai suoi bisogni specifici.

Tale procedura riguarda tutti gli operatori della RSA presenti al momento dell’arrivo del nuovo residente e nei giorni successivi; in particolar modo infermieri, fisioterapisti, animatrice e personale ausiliario.

L’ingresso in RSA per un nuovo ospite, come precedentemente detto, è un evento complicato, delicato e, talvolta, difficile da accettare; una persona abituata in un certo modo si trova a dover far fronte ad una realtà totalmente diversa: nuovi ambienti, compagni di stanza sconosciuti, abitudini differenti, ritmi quotidiani… Per questo motivo il Personale Sanitario deve dimostrarsi gentile e disponibile; sarà compito di tutti gli operatori presentarsi e fare in modo che l’Ospite, con la dovuta calma, possa prendere familiarità dapprima con i compagni di stanza e con la stanza stessa, successivamente con il resto del reparto.
IL GIORNO DELL’INGRESSO

Il personale viene informato con almeno 2 giorni di anticipo del nuovo arrivo dalla Direzione con apposito modulo compilato dalla Unità di Valutazione Geriatria: in tale documento gli operatori trovano alcune informazioni necessarie ad una prima pianificazione dell’assistenza (se si ritiene utile viene preparato preventivamente il letto con il materassino anti-decubito)
L’ammissione di un nuovo residente viene programmata in orari lontani dai pasti per garantire una calma maggiore nei primi momenti dell’accoglienza (preferibilmente mattina dalle 9.30 alle 11.00); al momento dell’ingresso è presente l’animatrice che dà il benvenuto e accompagna l’ospite e i parenti in camera, supportando psicologicamente sia il nuovo ospite che i parenti (in assenza dell’animatrice l’infermiera o la fisioterapista presenti ricopriranno questo ruolo).
L’animatrice, o chi per essa, se le condizioni sanitarie e cognitive del nuovo ospite lo consentono, presenterà a quest’ultimo il compagno o i compagni di stanza, i commensali in sala da pranzo e il personale in servizio per favorire una prima conoscenza.
Successivamente l’ospite verrà accompagnato in Ambulatorio; qui il Medico (già in possesso di documenti ricevuti nel periodo antecedente il ricovero) compilerà il fascicolo socio-sanitario, (anamnesi, esame obiettivo e visita medica) e i fogli della terapia (se i parenti sono in possesso di altra documentazione clinica la lasceranno a disposizione del Medico); nel frattempo l’infermiere raccoglierà i dati necessari per la compilazione della Scheda socio – assistenziale, il piano di alimentazione individuale e altri eventuali moduli necessari.
All’ingresso il MMSE viene somministrato all’ospite o dal Medico o dall’animatrice, mentre le valutazioni successive vengono fatte sempre dall’animatrice almeno ogni 6 mesi; il Barthel Index invece all’ingresso viene compilato dal Medico mentre le valutazioni successive vengono fatte almeno ogni 6 mesi dall’infermiere.
All’ingresso dell’ospite l’infermiere deve: controllare PA braccio dx e sx, FC, SaO2, HGT (il mattino dopo a digiuno, se ospite non diabetico), pesare il nuovo ospite, eseguire l’elettrocardiogramma (il giorno stesso o nei giorni successivi) e programmare appena possibile la Visita Cardiologica.
Il fisioterapista fornisce provvisoriamente eventuali ausili necessari (es. carrozzina…).
Solitamente, terminata la visita medica, l’animatrice prende in carico il nuovo ospite e lo accompagna in sale da pranzo.

ENTRO UN MESE DALL’INGRESSO DEL NUOVO OSPITE

Nei primi giorni dopo l’ammissione tutti gli operatori seguiranno attentamente il nuovo ospite cercando di rilevarne bisogni e peculiarità e raccogliendo quei dati utili alla compilazione del primo piano di assistenza individuale (PAI) che avverrà entro circa 15 giorni dall’ingresso.
Durante il primo mese di degenza del nuovo ospite, sempre se le condizioni sanitarie e cognitive di quest’ultimo lo consentono, sarà compito dell’animatrice presentargli tutte le figure professionali che lavorano in Casa di Riposo e mostrargli tutti gli spazi comuni (palestra, soggiorno, sala da pranzo, chiesa…); inoltre, giorno per giorno, gli illustrerà le attività di animazione quotidiane e lo inviterà a partecipare, ricordandogli luoghi e orari.
Nei primi tempi, l’animatrice avrà colloqui individualizzati col nuovo ospite, il quale potrà esporre eventuali preoccupazioni, angosce, frustrazioni che spesso si manifestano all’ingresso in struttura, e cercherà di instaurare un rapporto di fiducia che le permetterà di raccogliere quelle notizie fondamentali per avviare, se necessario, il progetto animativo personalizzato.
L’animatrice inoltre, entro 60 giorni, compilerà con l’ospite e/o con l’aiuto del parente la storia di vita e la scheda sociale, e ogni 2 mesi (o ogni qualvolta ci siano cambiamenti significativi) dovrà aggiornare il “Diario dell’Ospite”.
All’ingresso del nuovo residente i fisioterapisti compilano la cartella riabilitativa e se l’ospite ha bisogno di trattamento fisioterapico viene inserito al più presto nel programma di lavoro, su indicazione del Medico che lo accoglie.
Il fisioterapista entro i primi 10 giorni di degenza raccoglie i dati quantitativi relativi al rischio di caduta, tramite la somministrazione della Scala di Tinetti, questi dati vengono riportati nella cartella riabilitativa e nel fascicolo socio-sanitario. La valutazione viene poi ripetuta ogni 6 mesi o ogni qualvolta vi sia un cambiamento significativo delle capacità motorie.
Entro il primo mese dall’ingresso, il nuovo ospite sarà sottoposto a valutazione fisiatrica; verranno elaborati i dati quantitativi e rilevati quelli qualitativi; sarà steso il progetto riabilitativo individuale con gli obiettivi da raggiungere, i tempi e le indicazioni per le terapie da eseguire.
La valutazione fisiatrica viene segnalata sul diario medico del fascicolo socio-sanitario e una copia viene allegata alla cartella riabilitativa.
Il fisiatra è tenuto a compilare il diario nella cartella riabilitativa riportando: inizio, fine, tipologia e verifica delle terapie somministrate; il diario riabilitativo viene aggiornato ogni 2 mesi o ogni volta vi siano cambiamenti o eventi significativi che riguardano l’ospite.

2 commenti:

  1. non il momento più felice della vita, ma ...

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  2. Ho vissuto quel momento una volta accompagnando qualcun altro, no grazie ...

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